arrampicata nelle
gole del Verdon
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Couleur Canyon fa base a Castellane, all’entrata delle gole del Verdon. Il Verdon è un mito per ogni arrampicatore, un luogo divenuto leggendario per l’impressione di vuoto e vertigine che riempie gli occhi e fa sudare le mani. Indipendentemente dal vostro livello sportivo e la vostra esperienza, avrete la possibilità di praticare l’arrampicata su delle falesie celebri in tutto il mondo per la loro bellezza e la loro storia.
Franck e Marco vi propongono arrampicate per tutti i livelli, dall’iniziazione in falesia alle vie lunghe di più tiri. Sapremo trovare il percorso più adatto alle vostre capacità e ai vostri desideri. Se avete un progetto, più o meno definito, non esitate a contattarci per parlarne ed avere tutte le informazioni necessarie.
Le falesie del Verdon si estendono su di una ventina di chilometri lungo il canyon et sono percorse da un gran numero di vie di ogni lunghezza, dai 20 metri ai 350 metri per le più lunghe. In totale più di 1500 percorsi di ogni difficoltà.
Arrampicare nelle gole del Verdon
Dall’iniziazione al perfezionamento o solo per scoprire l’emozione di una via lunga, vi accompagneremo in ogni avventura.
Sicurezza
Il mestiere di “moniteur d’escalade” richiede, insieme ad un’eccellente conoscenza e pratica delle tecniche, solidi attitudini pedagogiche. Praticando l’arrampicata al quotidiano e in certo senso vivendo per essa e attraverso essa siamo sicuri di trasmettervi la nostra passione per questa disciplina. L’insegnamento delle manovre di sicurezza è la base necessaria da cui partire per ogni pratica, dalla falesia alle vie lunghe.
Ci impegniamo a garantire un materiale tecnico di qualità, certificato e regolarmente controllato.
Nos dossiers
Pochi luoghi al mondo sono stati così importanti per la nascita e lo sviluppo di una disciplina come les gorges du Verdon lo sono state per l’arrampicata.
Cercheremo di tracciare un breve ritratto di questa evoluzione, a partire dagli anni sessanta.
Il Verdon, dall’alpinismo al free climbing
L’alpinismo nasce nel XIX secolo e consiste nel raggiungere la cima di una montagna. Il terreno di pratica sono le montagne delle Alpi attraverso salite su pareti dove si affrontano roccia, neve e ghiaccio. Le piccole pareti di fondovalle erano frequentate unicamente per allenare le capacità tecniche ed fisiche. Anche le pareti del Verdon erano frequentate in quest’ottica ed a partire dagli anni 50 iniziano ad apparire i primi itinerari. Nel 1968 nascono due itinerari destinati a diventare leggendari: “Les enragés” di Patrick Cordier, et “La demande” di François Guillot. Rabbia e amore come Fragole e sangue. Per la prima volta falesie di poche centinaia di metri iniziano ad acquisire importanza e dignità. A partire da questo momento le gole iniziano ad essere frequentate in maniera regolare da parte di alpinisti marsigliesi e nizzardi. Con gli anni 70, sulla scia delle tendenze internazionali ed in particolar modo quelle americane, la visione dell’arrampicata cambia: non c’è più una vetta da conquistare ma un’esperienza da vivere attraverso l’arrampicare. Il clima e la bellezza delle gole attirano sempre più arrampicatori desiderosi di vivere esperienze forti a contatto con la natura. Lo sviluppo di nuovi materiali e tecniche permettono di proteggere le grandi placche compatte delle gole ed allontanarsi dalle linee di fessure e diedri fino ad adesso più facilmente proteggibili.Due visioni etiche ed estetiche si affrontano e si scontrano: l’arrampicata su protezioni amovibili ( dadi, friends e chiodi ) e quella su protezioni fisse ( spit ad espansione ). Questi ultimi danno vita ad una e vera e propria rivoluzione e l’apertura di un gran numero di vie di crescente difficoltà. La caduta non è più sinonimo di morte e gli arrampicatori possono concentrarsi sui movimenti e la ricerca della difficoltà pura.
Ile boom degli anni 80
Il numero delle vie cresce in maniera esponenziale e la fama delle vertiginose pareti calcaree si diffonde. I migliori arrampicatori dell’epoca devono passare dal Verdon. Per tutta una generazione di arrampicatori sarà un’esperienza marcante e fondamentale che influenzerà tutta la scena arrampicatoria. Ovunque in Europa le falesie iniziano ad essere attrezzate e la chiodatura su ancoraggi fissi diviene la norma quasi ovunque. Le immagini degli arrampicatori appesi sull’abisso fanno il giro del mondo e due documentari di Jean-Paul Janssen mostrano al grande pubblico questo universo finora nascosto e lontano: Overdon con Patrick Berhault e Opéra vertical con Patrick Edlinger. Le gole ed il villaggio de La Palud Sur Verdon diventano l’epicentro dell’universo arrampicata alla fine degli anni 80.
Tempi moderni
A partire dalla seconda metà degli anni 90 lo sviluppo di sale indoor e il grandissimo numero di falesie in Francia ed in Europa modificano le abitudini degli arrampicatori. Neanche il Verdon scappa alla regola e lentamente finisce fuori moda, gli arrampicatori adesso vogliono falesie dove contabilizzare al massimo l’allenamento fatto al chiuso e i grandi muri tecnici e a sensazione non si prestano.Restano nelle gole un gruppo di irriducibili chiodatori che trovano qua un terreno fertile. Grazie a loro vengono chiodati gli enormi strapiombi e la ricerca si sposta nelle numerose e gigantesche grotte nascoste nelle gole. Courchon, Hulk, la grotte FFF, Galetas e la straordinaria Ramirole sono frutto di questa ricerca ed hanno riportato il Verdon al centro della scena arrampicatoria mondiale. Ad oggi le gole ospitano 2500 vie d’arrampicata e le possibilità sono ancora incredibili. Verdon forever..
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